DESCRIZIONE DEL BLOG

Questo blog è dedicato al personaggio di Lazarus nel GDR all'interno di Second Life.
Verranno di seguito raccontate storie e vicende sia del singolo cavaliere che dell'intera comunità di cui fa parte

La Leggenda dei Cavalieri del Drago

sabato 7 aprile 2012

La scelta

Lazarus entra nella sua casa, col sorriso sul volto mentre pensa sempre a lei. E' entrata nella sua vita come un ciclone, spazzando via tutta la tristezza che si portava nel cuore.
Si ferma un attimo accorgendosi di una presenza, mentre le mani scivolano a impugnare le else delle sue spade.
"Stai perdendo di vista la tua missione Lazarus"
Il cavaliere lascia andare l'impugnatura delle sue armi, riconoscendo la voce.
"Cosa vuoi?"
Da sotto il cappuccio l'uomo mostra un'espressione quasi incredula:" Sei tu che mi hai mandato a chiamare, non ricordi?"
Il cavaliere sospira, appoggiando entrambi i palmi della mani sul tavolino, dando le spalle al suo ospite. Si sente stanco, incredibilmente stanco: " sì è vero Sarnek, ti ho mandato a chiamare io.. ma credevo che avresti mandato qualche cacciatore, come è tuo solito fare... quindi ti ripropongo la mia domanda!" Si volta verso l'uomo, con sguardo sicuro: "Cosa vuoi veramente?"
"Riportarti sulla retta via" risponde l'uomo con una voce fredda come il ghiaccio.
"So per cosa sono stato addestrato per anni, non c'è bisogno che tu venga di persona a ricordarmelo"
Sarnek muove un passo verso di lui :" Tu mi hai mandato a chiamare caro Lazarus, quindi sei tu che devi dirmi cosa ci faccio qui!"
Il silenzio cala nella stanza dove i due uomini si fronteggiano. Il silenzio viene rotto dalla voce roca e profonda di Lazarus:" mi sono sbagliato Sarnek... tutto qui. Ti basta come risposta?"
Il cavaliere ode una risata uscire dall bocca dell'uomo incappucciato.
"Un cacciatore dela tua esperienza che si sbaglia? Oh... non credo... forse la verità è che non riesci più a vedere ad un palmo dal tuo naso"
Lazarus si gira verso di lui: "Cosa vuoi dire? Sto cercando di fare quello che ho sempre fatto!"
"Lei non è ciò che sembra. Hai la mente offuscata!"
"Ti avverto Sarnek, tieni Briseide fuori da questa storia. Stai passando il limite!"
"Il limite lo stai oltrepassando tu povero pazzo. Apri gli occhi!" dice l'uomo facendo un passo verso di lui.
Lazarus impugna la spada e la alza verso il collo dell'uomo: "Toccala e t'ammazo Sarnek! Parola di vendicatore!"
L'uomo comincia a perdere le staffe, ma nonostante la sua arroganza, parla con voce leggermente incrinata:" Sei uno stupido!!! Non ti sei accorto di chi ti sei innamorato?"
"Sì! Di una donna che è riuscita a farmi tornare il sorriso!"
"Sei pazzo, lei non è una donna.. lei è..." Lazarus affonda leggermente la spada nel collo di lui, provocandogli una piccola ferita. Il sangue cola piano piano lungo il collo dell'uomo
"FUORI DI QUI SARKEK" tuona il cavaliere "O TI AMMAZZO SEDUTA STANTE!"
Sarnek per la prima volta veramente intimorito, si avvicina alla porta:" Sei pazzo... un povero pazzo. Ti manderò contro i cacciatori. Dirò a tutti ciò che sei diventato!"
"Te lo dico io cosa sono diventato" si avvicina minacciosamente all'uomo "sono ridiventato un uomo, capace di provare sentimenti!" Fa poi una pausa:" E per quanto riguarda i cacciatori.. beh.. se mi vorranno impedire di vivere la mia vita, li vedrai cadere come mosche ti avverto!"
Sarnek lo guarda con occhi sbarrati:" Ma .. allora è vero... tu veramente non sai chi e lei... non sai chi è veramente Briseide..."
"So solo che voglio stare con lei e che mi ha fatto di nuovo provare sentimenti umani, e tu Sarnek, farai bene a starmi alla larga per ora!"
L'uomo indietreggia scuotendo la testa inorridito.
"Capirai Lazarus.... e quando capirai.. ti maledirai per quello che stai facendo ora!"
Lazarus si limita a sorridere, mentre vede l'uomo allontanarsi e parla tra se e se.
"Non m'importa sapere chi sia.... mi importa solo di stare con lei. Con lei, che è stata capace di farmi dimenticare tutto il male che ho sofferto!"
Una volta accertatosi che Sarnek si sia veramente allontanato, Lazarus esce di casa, avviandosi verso il bosco. La notte è limpida e la luce della luna permete all'uomo di muoversi in totale libertà tra gli alberi.
Si ferma poi nelle vicinanze di un maestoso albero, con le foglie che brillano illuminati dai raggi notturni, mentre una mano va all'interno della sua divisa, estraendone una collana.
La porta vicino agli occhi osservandola, mentre il respiro gli viene a mancare per un attimo. Chiude gli occhi e la stringe con la mano, fino a far diventare le nocche del proprio pugno quasi bianche.
Si inginocchia quindi ai piedi dell'albero, scavando una piccola bucca, conl'aiuto della spada e vi ripone la collana. Con cura la ricopre, osservando poi il lavoro fatto. "Che i morti riposino in pace... è tempo dei vivi di riprendere in mano la propria vita!"
Con queste ultime parole si allontana dal bosco, attraversando poco dopo la città e giungendo finalmente a casa.
Giunto qui si stende finalmente sul letto, siceramente sollevato, mentre i suoi pensieri, nel sogno, tornano a Briseide.

martedì 21 febbraio 2012

Quando il passato bussa alle porte...


Una volta giunto a Valinor, pur non conoscendo nessuno, Lazarus viene immediatamente soccorso dai cittadini, i quali provvedono a dargli tutte le cure necessarie.
Il tempo passa e l'ex capitano si riprende egregiamente, nonostante le ferite presenti sul suo corpo.
I governatori di Valinor ascoltano la sua storia e gli propongono di offrire i suoi servigi al loro regno, facendolo diventare una guardia.
Lazarus accetta di buon grado, poichè è l'unico modo con il quale può veramente sdebitarsi coi suoi salvatori.
Ed è proprio durante le sue ronde e i suoi appostamenti, che l'uomo comincia a vedere movimenti sospetti, e comportamenti non proprio tipici degli umani.
Ricordando ciò che è successo al suo regno natio, decide di procedere con cautela, tenendo d'occhio tutte le persone incontrate fino a ora, per capire quale sia la loro vera natura.
Si è insinuata nella mente del capitano, dopo aver parlato con una dama del luogo, l'idea che in mezzo al popolo si sia infiltrata una comunità di vampiri.
Proprio loro.
Loro che hanno causato mostre e distruzione ad Arcadia, che l'hanno data alle fiamme, che si sono cibati del sangue dei suoi amici.
La rabbia è tanta che l'uomo rischia di far scoprire i suoi propositi di vendetta a tutta Valinor. Quasi ci riesce purtroppo, ma almeno in questo modo capisce che quasi sicuramente nella città vivono veramente dei vampiri.
Torna così nella sua stanza, accende la candela e osserva un pezzo di carta bianca, che aspetta solo di essere riempito dall'inchiostro della penna d'oca sulla scrivania.
Si siede, prende un profondo respiro e comincia a scrivere:

"Dopo tanti anni mi sono imbattutto in una comunità che speravo si fosse estinta. Ma non è così.
Finalmente potrò avere la vendetta che tanto ho cercato, e per la quale tu, Sarnek, mi hai addestrato.
Il reame di cui mi trovo adesso è Valinor e ti chiedo urgentemente di venire qui, insieme ad altri cacciatori di vampiri.
Spero che tu faccia presto, non so se sono già morti degli innocenti, magari persone senzatetto che sono spariti senza che nessuno li reclamasse, ma se non è ancora successo, sono convinto che succederà.Dobiamo intervenire in fretta.
Ti aspetto
Cenere alla cenere
Polvere alla polvere

Lazarus"

L'uomo rilegge la lettera, spoglia, priva di qualsiasi cerimonia di presentazione, come era suo solito fare quando scriveva al suo vecchio maestro.
Arrotola la letera, mette il proprio sigillo e lo affida ad un messaggero.
Il ragazzo ascolta attento le indicazioni di Lazarus, dopodichè salta in sella e corre come un fulmine verso la sua destinazione.
Lui lo guarda dalle porte della città, mentre via via si fa sempre più piccolo, fino a scomparire.
Si appoggia dunque a una colonna, come se si sentisse infinitamente stanco.
"Sbrigati Sarnek.... non voglio che la storia si ripeta!"
Con gesto deciso si stacca dalla colonna, riprende il classico portamento militare e si avvia all'interno della città, scrutando come sempre ogni vicolo buio e ogni angolo nascosto, ripetendo a bassa voce le utlime parole della lettera: "polvere alla polvere...."

domenica 12 febbraio 2012

Come una fenice dalle proprie ceneri...


Molto tempo è passato dal tentativo dei cavalieri del drago di riprendersi le terre di Amorgen.
Ciò che vorremmo narrare è che ne sono usciti vincitori, che hanno riportato all'antico splendore il luogo che hanno considerato per molto tempo la loro casa.
Ma Amorgen non esiste più.
Ciò che esiste ora al suo posto, non è la terra dei cavalieri.
Quest'utlimi sono stati sconfitti, nonostaste abbiano combattuto con valore e abbiano sacrificato le loro vite per i loro principi.
Quando l'ex capitano dei cavalieri del drago, Lazarus, si risveglia in una branda, dolorante, ancora tutto questo non lo sa.
I suoi occhi scrutano il posto dove si trova ora, umido, e buio, mentre sente il crepitio di un fuoco e il tossire roco di una persona.
Questi si accorge che Lazarus è sveglio e si avvicina a lui porgendoli una bevanda, molto probabilmente una tisana.
"Dove sono? chi siete voi?"
L'uomo davanti a lui, forse un mago più vecchio del mondo stesso, lo osserva coi suoi occhi vecchi e tristi.
"Siete a casa mia capitano!" - un colpo di tosse lo interrompe per un attimo - "come vi sentite?"
Lazarus cerca di alzarsi dal letto, sentendo una fitta al petto; abbassa lo sguardo e vede le fasciature che lo ricoprono, e che si stanno di nuovo macchiando di sangue.
"Non così in fretta" lo ammonisce il vecchio " già è un miracolo avervi salvato la vita.... non chiedeteme un altro!"
Il respiro del cavaliere è affannoso, ma vuole sapere.
" Cos'è successo.. ricordo la battaglia, i miei compagni cadere... mia moglie che..." la voce gli si strozza in gola.
Il suo salvatore china il capo, poi si alza a stento appoggiandosi ad un bastone nodoso; con passo indeciso si avvicina d un tavolo, prende un fagotto voluminoso su di esso e lo mette in grembo al cavaliere.
"E' tutto ciò che avevate con voi, quando vi ho trovato... mi dispiace!"
Lazarus osserva il fagotto, mentre con le mani tremanti non trova il coraggio di aprirlo.
Chiude gli occhi, un gesto deciso e ora è tutto di fronte ai suoi occhi.
Davanti a se osserva quasi inorridito il contenuto.
I resti delle sue spade, spezzati quasi all'altezza dell'elsa, giacciono davanti a lui, come belve ferite a morte che non potranno più nuocere a nessuno.
La mano scorre verso un collana, un regalo dato a sua moglie tempo prima, quando era tornato da un viaggio.
Lo porta vicino a se, la osserva, sente l'odore del sangue.... lo vede ormai rattrapprito in alcuni punti e si accorge di alcuni capelli rossi rimasti impigliati nel punto dove evidentemente era stata strappata. E capisce.
Il nodo in gola gli impedisce di parlare, poi osserva l'ultima cosa rimasta: un brandello della sua divisa da cavaliere.
L'ultimo brandello che evidentemente gli era rimasto addosso durante il combattimento finale.
Continua a osservarlo, notando che un taglio profondo ha ormai reso irriconoscibile il vessillo dei cavalieri del drago.
Il tremore alle mani continua, nonostante questo riesce comunque a richiudere il fagotto, allontanandolo da se.
Improvvisamente sente un calore sulle guance, qualcosa di inaspettato che lo coglie di sorpresa.
La sua mano destra si porta al volto, passandoci sopra con un gesto veloce, per poi fissarla davanti a se.
E' bagnata; non si stava nemmeno rendendo conto di piangere.
Piange i suoi compagni.
Piange sua moglie.
Piange la sua terra.
Piange se stesso.....
Il vecchio lo osserva, senza proferire parola; davanti a se vede un uomo che ha perso tutto, ma non è sua intenzione consolarlo. Non servirebbe; il cavaliere sicuramente lo allontanerebbe in malo modo. Sa che vuole farcela da solo.
"Avete delle vesti da armi ser?"
Il vecchio rimane quasi stupito da queste parole, ma annuisce stancamente
"Tenete, dovrebbero essere della vostra misura!"
Cercando di darsi un contegno, il cavaliere afferra le vesti, provando ad alzarsi dal letto.
Ora le sue bende sono competamente color rosso.
"Capitano... non posso garantire per la vostra salvezza se vi alzate ora... vorrei farvi notare..."
Lazarus lo interrompe bruscamente, con voce roca e che proviene da mille miglia di distanza "Lo so ser... avete fatto un miracolo e non volete farne un altro!" poi lo osserva dentro gli occhi profondi continuando "ma a essere sincero, di miracoli, potevate risparmiarvi anche questo!"
Con gesto deciso si alza, sbanda per un attimo.
Vede la stanza girargli intorno e per un attimo gli sembra di cadere; lo sta per fare....
"NO!" urla Lazarus "non cadrò più, non permetterò che mi ricapiti!"
Tira un respiro profondo e si veste, evitando di lamentarsi a ogni movimento.
Il vecchio lo osserva con attenzione, mentre si veste con lentezza.
"Avete dunque deciso di andare via ser? In quelle condizioni?"
Lazarus abbozza quasi un sorriso; il sorriso diventa una risatina nervosa, quasi un sogghigno.
"Oh non vi preoccupate messere, morire non sarà certo la cosa peggiore che mi potrebbe capitare ora!"
Il suo salvatore sospira "No, forse avete ragione... ma credo che siate vivo perchè vi è stata data una seconda possibilità, non credete?"
Il cavaliere annuisce mestamente "Potreste avere ragione voi ora. O forse no! ma di certo non starò qui con le mani in mano!"
"E cosa avete intenzione di fare?"
"Di andarmene, il più lontano possibile da qui... anche se non so dove sia qui!"
Il vecchio si mette a sedere, mentre il suo respiro roco sembra l'unico rumore udibile in quella stanza.
"La vostra decisione è saggia... ma credo che non vi convenga sapere dove siamo veramente!"
L'ex capitano volge lo sguardo verso l'uomo "Cosa volete dire?" poi per un attimo fa mente locale, ricordandosi come il vecchio lo aveva chiamato quando si era ripreso "...voi... voi mi avete chiamato capitano... voi sapete chi sono! Come mi conoscete?"
L'anziano batte con forza il suo bastone a terra, come a calmare l'uomo.
"Ora basta! Avete ragione voi... è meglio che vi allontaniate!"
Un brivido scorre lungo la schiena del cavaliere.
Osserva l'anziano e annuisce " Si.. vi chiedo solo se avete delle armi da potermi dare... con me non ho soldi lo so... ma.."
Alzando il bastone verso la parete alla sua destra, l'uomo indica della spade, lucenti e ben rifinite, appoggiate sopra un piedistallo di legno.
"Sono veramente ottime spade ser... sicuro di volermi dare queste!"
"Cominciate a fare troppe domande e vi confesso che vi preferivo quando eravate privo di sensi! Ora se avete preso la vostra decisione vi consiglio di andare, a questo punto non vi è più salutare stare qui!"
"Ma non mi avete detto come fate a conoscermi... ne chi siete!"
Un colpo di tosse interrompe per un attimo la conversazione. Poi il vecchio si ricompone "Credetemi, non vi farebbe piacere ne l'una, ne l'altra cosa! Andate ora! Avete preso una decisione!"
Il cavaliere apre la porta e si volta verso il suo salvatore, per un ultima volta. Poi parla con voce quasi piena di vergogna "Non volevo offendervi prima... voi mi avete salvato.... e io non vi ho ringraziato ma..."
"BASTA HO DETTO FUORI!!!" la voce del vecchio si fa dura, possente, facendo addiritura trasalire il suo ospite "Vi assicuro che col tempo, invece di ringraziarmi, vorrete maledirmi... se già non lo avete fatto!"
Senza ascoltare nessun'altra parola Lazarus si incammina, prima con passo indeciso e poi appoggiandosi agli alberi incontrati lungo l'impervia strada che attraverso il bosco.
Sulla porta, senza che il vecchio possa essere più osservato da nessuno, punta gli occhi sull'uomo che si sta allontanando.
"Mi maledirete capitano, state sicuro che lo farete"
Il suo abito comincia a diventare sempre più scuro, praticamente nero, mentre si allunga come se fosse una palandrana; il bastone nodoso comincia a muoversi, allungandosi a dismisura fino a sopra la testa dell'uomo.
Una lama comincia a crescere dall'alta estremità del bastone, fino a diventare una falce appuntita.
Il viso del vecchio ormai non esiste più. Al suo posto un teschio scarnificato con orbite vuote fissa il punto dove è sparito Lazarus.
"Oh quanto mi maledirete capitano! Questa non è la più grande sofferenza che avrete... no... ma purtroppo per voi ho dovuto salvarvi, perchè non era giunto il vostro momento! Era scritto così! E io vi ho salvato! Ma prima o poi tornerò a prendevi, statene sicuro!"
Piano piano, come il resto della casa, la figura comincia a sbiadire, fino a scomparire inghiottita nella foresta.
Ignaro di tutto questo, Lazarus cammina senza metà, vagando nella foresta per un tempo da lui indefinibile.
Ed è quando si sente perduto che arriva alle porte di un regno: Valinor.
Ed è qui, che come una fenice, risorge dalle proprie ceneri, continuando a scrivere la propria storia.....




sabato 9 ottobre 2010

La lunga strada verso casa



Sono passati mesi da quando il capitano Lazarus ha lasciato le terre di Amorgen, abbandondando le armi, ma strane voci gli sono giunte dalla patria che in passato ha difeso tante volte. Viandanti e mercanti hanno riportato notizie che hanno dell'incredibile, secondo le quali i vichinghi si sarebbero impadroniti di Amorgen, spodestando la regina Magnolia e costringendo i pochi cavalieri rimasti a vivere in clandestinità. Nonostante la sua incredulità, decide di partire verso quelle terre che sono state la sua casa per molto tempo; deve verificare, deve sapere cosa è successo. Prima di partire la moglie, la maga Stellina, gli fa bere una pozione per alterare il suo aspetto, in modo da renderlo difficilmente riconoscibile. Lazarus beve l'intruglio, e i suoi capelli si allungano in modo smisurato e diventano biondi, ma c'è un effetto collaterlae non previsto: i suoi occhi sono diventati rossi. Con l'aspetto alterato si reca verso Amorgen, e una volta entrato nel villaggio apprende che le notizie sentite erano tutte vere. La regina ora è Leen, da tutti già nominata la portatrice di tasse, mentre dei suoi vecchi compagni e della regina Magnolia, nemmeno l'ombra. Ma questo fino ad una notte in cui, fintosi un cacciatore, si mescola alla folla davanti alla locanda e segue una misteriosa donna fino ad un angolo angusto del villaggio. Qui la scorge parlare con un uomo, che finalmente riconosce; il comandante Dotan. Dopo gli immancabili saluti, il comandante lo informa che altri cavalieri sono ancora vivi, e tra questi il Generale Alex. Viene anche avvisato di una festa che dovrebbe essere fatta in onore della regina da lì a poco e il comandante lo invita a organizzare qualcosa per rendela indimenticabile. Il Capitano continua a mantenere il suo travestimento, e nel frattempo riesce a riconoscere il cavaliere Edvige, che si unisce a lui nel sabotaggio della festa. Durante lo svolgimento dei balli e mentre la regina viene ricoperta di doni, tra cui una scatola contenete aromi particolari, Lazarus porta il suo regalo: una divisa dei cavalieri del drago, lacera e sporca di sangue, che getta ai piedi dell'indegna regina.
Davanti allo stupore generale pronuncia l'inequivocabile saluto dei cavalieri: Onore e Gloria!
Senza il tempo vedere le altre reazioni si mescola tra la folla e va insieme a Edvige davanti al forte dei cavalieri, ormai sigillato da tempo. Qui riesce a far abbassare il ponte levatoio e a piantare il vessillo dei cavalieri del drago, mentre Edvige sigilla il ritorno dei cavalieri scoccando una freccia che va a colpire la regina Leen, ferendola e facendola svenire. E' molto lo stupore quando la gente si gira verso il punto dal qule è partita la freccia e vede sventaolare di nuovo il vessillo dei Cavalieri del Drago. Finalmente sono tornati e vogliono riprendersi ciò che gli spetta di diritto...

giovedì 29 ottobre 2009

Punto di rottura - Eventi del 26 ottobre


La divina Dwin è stata rapita dai demoni, e tutti i cavalieri del Drago e le Valchirie si sono mobilitati per la sua ricerca, guidata dal generale Alex. Il capitano Lazarus, nonostante le ferite riportate nell'agguato della sera precedente, prova a prendere parte alle ricerche, ma il dolore è talmente intenso che sviene nuovamente e viene riportato al forte dai cavalieri. Nela frattempo la divina Dwin, che porta in grembo il figlio del generale Alex, viene sottoposta a indicibile torture dai suoi aguzzini, che si sono rivelati essere demoni. I cavalieri riescono a individuare il luogo dove è tenuta prigioniera la divina, e si recano sul posto insieme ale valchirie, ma trovano ad attenderli i nemici, che non hanno intenzione di farli entrare. La battaglia infuria, mentre i demoni, tramite un rito sacrificale, aprono il ventre della divina, strappandole dal grembo il figlio di ormai sette mesi. I cavalieri si battono con coraggio, mentre il generale Alex, combattendo come una furia, si avvicina sempre di più all'ingresso per riuscire a soccorrere la divina, temendo il peggio. Ma quando la battaglia finisce e riescono a entrare nella cripta, trovano il posto deserto e solo il sangue fresco su un altare testimonia la recente presenza di qualcuno in quel luogo. Le ricerche si fanno ancora più intense, fino al momento in cui la divina Dwin viene finalmente localizzata. Il capitano Lazarus si riprende, e si riporta con fatica dai cavalieri, nella speranza di poter dare una mano. Ma è lì che incontra il generale Alex, affranto, e che non tarda a dargli spiegazione sull'accaduto. Il figlio del generale e della divina è in mano ai demoni, mentre lei, distrutta dal dolore, decide di ritirarsi a tempo indeterminato. Lazarus è incredulo, e si lascia sedere quasi a peso morto sui gradini del forte; il senso di colpa lo assale, ripensando al gesto sconsiderato della sera precedente, che ha portato al rapimento della divina Dwina. Se solo non fosse stato così avventato nella ricerca dei lupi, se solo non avessero abbandonato la divina per soccorrere lui, tutto questo non sarebbe successo. Comincia un lungo e silenzioso girovagare nelle terre di Amorgen da parte del capitano, che guarda le terre come se ormai fossero luoghi a lui sconosciuti. Arriva in prossimità di una spiaggia e si mette a sedere guardando il mare. Poi la decisione. Con fare deciso si alza, e si avvia verso i confini della terra di Amorgen, verso terre lontane, mentre il sole del tramonto fa scintillare le spade del cavaliere, ormai abbandonate sulla spiaggia...

lunedì 26 ottobre 2009

Chiaro di luna - eventi del 25 ottbre

Il cavaliere Gambas chiama a raccolta tutti i cavalieri del drago e le valchirie, per riferire alcuni fatti accaduti la notte scorsa nelle terre di Amorgen. Il villaggio e le abitazioni sono stati presi d'assalto da quelli che il cavaliere Gambas definisce lupi, senza pero' poter dare una descrizione precisa di quello che in effetti è successo. Le valchirie cominciano a parlare di creature note come lupi mannari, ma il capitano Lazarus non prende sul serio le parole pronunciate dalle divine, tanto da voler dimostrare loro che si sbagliano. Si reca nella foresta, alla ricerca di questi fantomatici esseri, sempre più deciso a smontare la teoria della valchierie, ma qui accade l'imprevisto. Una, forse due creature attaccano il capitano, veloci, letali, senza nemmeno dare il tempo di fargli estrarle le armi. Sente i colpi arrivargli addosso come magli, mentre la carne viene dilaniata da quelli che potrebbe sembrare armi affilatissime o artigli; l'unica cosa che riesce a fare è riuscire a strappare un ciuffo di peli ai suoi aggressori mentre erano avvolti nella lotta. Poi cade a terra privo di sensi mentre il sangue esce copioso dalle sue ferite. E' il generale Alex a trovarlo, dopo esserlo andato a cercare vista la prolungata assenza. I soccorsi sono immediati, e la divina Aurora si occupa delle ferite del capitano, che poi viene riaccompagnato al castello, in modo da potersi riprendere, mentre la divina Freja rimane a sorvegliarlo. Quello che il capitano ancora non sa, è che Dwin, mentre tutti erano impegnati a occuparsi di lui, è stata a sua volta rapita dai lupi che hanno approfittato della situazione per portare a segno il loro piano. Lazarus apprende la notizia e viene preso da un senso di colpa terribile. Nonostante le animate proteste della divina Freja, Lazarus, ancora dolorante e sanguinante per le ferite ricevute, si alza con l'aiuto della spada dal suo giaciglio, raggiungendo il generale e mettendosi a sue disposizione per salvare la valchiria. Continua...

martedì 29 settembre 2009

L'onore più grande - Eventi del 29 settembre



Finalmente, dopo tanto aspettare, è giunta la data di una grande cerimonia per l'investitura di cavaliere di Nihal e per l'aumento di grado di Blade, che diventa maestro d'armi. Grandi i preparativi per questo evento, che viene allestito per la prima volta nelle terre di Amorgen, dove ora sorge una nuova arena e una gigantesca biblioteca. Gli organizzatori riescono a fare le cose in grande, e ad attendere i due cavalieri c'è un bellissimo corteo di fiaccole, poste lungo il persorso segnato da un tappaeto rosso. Alla fine del percorso c'è finalmente il tanto agognato traguardo. Entrambi i cavalieri tradiscono emozione nel percorrere quella distanza, circondati da cavalieri e invitati che inneggiano i loro nomi. Al capitano Lazarus viene per la prima volta concesso l'onore di far prestare il giuramento ad un cavaliere e anche lui mostra evidenti segni di nervosismo, non essendo abituato a questo tipo di cerimonie. Finalmente il giuramento ha inizio. Lazarus pronuncia le tradizionali domande da rivolgere al futuro cavaliere e Nihal, prontamente risponde a tutte e fa il suo giuramento. Stessa sorte tocca a Blade, che viene investito della carica di maestro d'arme dal Generale Alex e uscendo dalla passarella portando un modo trionfale il vessillo dei Cavalieri del Drago. Una volta fatto il giuramento, entrambi i candidati vengono portati in trionfo e gli organizzatori danno il via alle danze, allestite nella grande sala da ballo adiacente l'arena. Come da promessa, il capitano Lazarus chiede al neo cavaliere Nihal di concederle un ballo e questa acconsente. Ma molto è lo stupore dei presenti, quando Nihal si presenta nella sala da ballo con un vestito che avrebbe reso invidiosa qualsiasi altra dama. Al ballo giungono molte persone, anche da paesi lontani, che si complimentano sia con Nihal che con Blade, per i loro obiettivi raggiunti. Ma adesso, con i loro nuovi titoli, dovranno rendersi conto che sono aumentate anche le responsabilità verso il prossimo e soprattutto verso i cavalieri stessi. Onore e Gloria cavalieri.