DESCRIZIONE DEL BLOG

Questo blog è dedicato al personaggio di Lazarus nel GDR all'interno di Second Life.
Verranno di seguito raccontate storie e vicende sia del singolo cavaliere che dell'intera comunità di cui fa parte

La Leggenda dei Cavalieri del Drago

domenica 12 febbraio 2012

Come una fenice dalle proprie ceneri...


Molto tempo è passato dal tentativo dei cavalieri del drago di riprendersi le terre di Amorgen.
Ciò che vorremmo narrare è che ne sono usciti vincitori, che hanno riportato all'antico splendore il luogo che hanno considerato per molto tempo la loro casa.
Ma Amorgen non esiste più.
Ciò che esiste ora al suo posto, non è la terra dei cavalieri.
Quest'utlimi sono stati sconfitti, nonostaste abbiano combattuto con valore e abbiano sacrificato le loro vite per i loro principi.
Quando l'ex capitano dei cavalieri del drago, Lazarus, si risveglia in una branda, dolorante, ancora tutto questo non lo sa.
I suoi occhi scrutano il posto dove si trova ora, umido, e buio, mentre sente il crepitio di un fuoco e il tossire roco di una persona.
Questi si accorge che Lazarus è sveglio e si avvicina a lui porgendoli una bevanda, molto probabilmente una tisana.
"Dove sono? chi siete voi?"
L'uomo davanti a lui, forse un mago più vecchio del mondo stesso, lo osserva coi suoi occhi vecchi e tristi.
"Siete a casa mia capitano!" - un colpo di tosse lo interrompe per un attimo - "come vi sentite?"
Lazarus cerca di alzarsi dal letto, sentendo una fitta al petto; abbassa lo sguardo e vede le fasciature che lo ricoprono, e che si stanno di nuovo macchiando di sangue.
"Non così in fretta" lo ammonisce il vecchio " già è un miracolo avervi salvato la vita.... non chiedeteme un altro!"
Il respiro del cavaliere è affannoso, ma vuole sapere.
" Cos'è successo.. ricordo la battaglia, i miei compagni cadere... mia moglie che..." la voce gli si strozza in gola.
Il suo salvatore china il capo, poi si alza a stento appoggiandosi ad un bastone nodoso; con passo indeciso si avvicina d un tavolo, prende un fagotto voluminoso su di esso e lo mette in grembo al cavaliere.
"E' tutto ciò che avevate con voi, quando vi ho trovato... mi dispiace!"
Lazarus osserva il fagotto, mentre con le mani tremanti non trova il coraggio di aprirlo.
Chiude gli occhi, un gesto deciso e ora è tutto di fronte ai suoi occhi.
Davanti a se osserva quasi inorridito il contenuto.
I resti delle sue spade, spezzati quasi all'altezza dell'elsa, giacciono davanti a lui, come belve ferite a morte che non potranno più nuocere a nessuno.
La mano scorre verso un collana, un regalo dato a sua moglie tempo prima, quando era tornato da un viaggio.
Lo porta vicino a se, la osserva, sente l'odore del sangue.... lo vede ormai rattrapprito in alcuni punti e si accorge di alcuni capelli rossi rimasti impigliati nel punto dove evidentemente era stata strappata. E capisce.
Il nodo in gola gli impedisce di parlare, poi osserva l'ultima cosa rimasta: un brandello della sua divisa da cavaliere.
L'ultimo brandello che evidentemente gli era rimasto addosso durante il combattimento finale.
Continua a osservarlo, notando che un taglio profondo ha ormai reso irriconoscibile il vessillo dei cavalieri del drago.
Il tremore alle mani continua, nonostante questo riesce comunque a richiudere il fagotto, allontanandolo da se.
Improvvisamente sente un calore sulle guance, qualcosa di inaspettato che lo coglie di sorpresa.
La sua mano destra si porta al volto, passandoci sopra con un gesto veloce, per poi fissarla davanti a se.
E' bagnata; non si stava nemmeno rendendo conto di piangere.
Piange i suoi compagni.
Piange sua moglie.
Piange la sua terra.
Piange se stesso.....
Il vecchio lo osserva, senza proferire parola; davanti a se vede un uomo che ha perso tutto, ma non è sua intenzione consolarlo. Non servirebbe; il cavaliere sicuramente lo allontanerebbe in malo modo. Sa che vuole farcela da solo.
"Avete delle vesti da armi ser?"
Il vecchio rimane quasi stupito da queste parole, ma annuisce stancamente
"Tenete, dovrebbero essere della vostra misura!"
Cercando di darsi un contegno, il cavaliere afferra le vesti, provando ad alzarsi dal letto.
Ora le sue bende sono competamente color rosso.
"Capitano... non posso garantire per la vostra salvezza se vi alzate ora... vorrei farvi notare..."
Lazarus lo interrompe bruscamente, con voce roca e che proviene da mille miglia di distanza "Lo so ser... avete fatto un miracolo e non volete farne un altro!" poi lo osserva dentro gli occhi profondi continuando "ma a essere sincero, di miracoli, potevate risparmiarvi anche questo!"
Con gesto deciso si alza, sbanda per un attimo.
Vede la stanza girargli intorno e per un attimo gli sembra di cadere; lo sta per fare....
"NO!" urla Lazarus "non cadrò più, non permetterò che mi ricapiti!"
Tira un respiro profondo e si veste, evitando di lamentarsi a ogni movimento.
Il vecchio lo osserva con attenzione, mentre si veste con lentezza.
"Avete dunque deciso di andare via ser? In quelle condizioni?"
Lazarus abbozza quasi un sorriso; il sorriso diventa una risatina nervosa, quasi un sogghigno.
"Oh non vi preoccupate messere, morire non sarà certo la cosa peggiore che mi potrebbe capitare ora!"
Il suo salvatore sospira "No, forse avete ragione... ma credo che siate vivo perchè vi è stata data una seconda possibilità, non credete?"
Il cavaliere annuisce mestamente "Potreste avere ragione voi ora. O forse no! ma di certo non starò qui con le mani in mano!"
"E cosa avete intenzione di fare?"
"Di andarmene, il più lontano possibile da qui... anche se non so dove sia qui!"
Il vecchio si mette a sedere, mentre il suo respiro roco sembra l'unico rumore udibile in quella stanza.
"La vostra decisione è saggia... ma credo che non vi convenga sapere dove siamo veramente!"
L'ex capitano volge lo sguardo verso l'uomo "Cosa volete dire?" poi per un attimo fa mente locale, ricordandosi come il vecchio lo aveva chiamato quando si era ripreso "...voi... voi mi avete chiamato capitano... voi sapete chi sono! Come mi conoscete?"
L'anziano batte con forza il suo bastone a terra, come a calmare l'uomo.
"Ora basta! Avete ragione voi... è meglio che vi allontaniate!"
Un brivido scorre lungo la schiena del cavaliere.
Osserva l'anziano e annuisce " Si.. vi chiedo solo se avete delle armi da potermi dare... con me non ho soldi lo so... ma.."
Alzando il bastone verso la parete alla sua destra, l'uomo indica della spade, lucenti e ben rifinite, appoggiate sopra un piedistallo di legno.
"Sono veramente ottime spade ser... sicuro di volermi dare queste!"
"Cominciate a fare troppe domande e vi confesso che vi preferivo quando eravate privo di sensi! Ora se avete preso la vostra decisione vi consiglio di andare, a questo punto non vi è più salutare stare qui!"
"Ma non mi avete detto come fate a conoscermi... ne chi siete!"
Un colpo di tosse interrompe per un attimo la conversazione. Poi il vecchio si ricompone "Credetemi, non vi farebbe piacere ne l'una, ne l'altra cosa! Andate ora! Avete preso una decisione!"
Il cavaliere apre la porta e si volta verso il suo salvatore, per un ultima volta. Poi parla con voce quasi piena di vergogna "Non volevo offendervi prima... voi mi avete salvato.... e io non vi ho ringraziato ma..."
"BASTA HO DETTO FUORI!!!" la voce del vecchio si fa dura, possente, facendo addiritura trasalire il suo ospite "Vi assicuro che col tempo, invece di ringraziarmi, vorrete maledirmi... se già non lo avete fatto!"
Senza ascoltare nessun'altra parola Lazarus si incammina, prima con passo indeciso e poi appoggiandosi agli alberi incontrati lungo l'impervia strada che attraverso il bosco.
Sulla porta, senza che il vecchio possa essere più osservato da nessuno, punta gli occhi sull'uomo che si sta allontanando.
"Mi maledirete capitano, state sicuro che lo farete"
Il suo abito comincia a diventare sempre più scuro, praticamente nero, mentre si allunga come se fosse una palandrana; il bastone nodoso comincia a muoversi, allungandosi a dismisura fino a sopra la testa dell'uomo.
Una lama comincia a crescere dall'alta estremità del bastone, fino a diventare una falce appuntita.
Il viso del vecchio ormai non esiste più. Al suo posto un teschio scarnificato con orbite vuote fissa il punto dove è sparito Lazarus.
"Oh quanto mi maledirete capitano! Questa non è la più grande sofferenza che avrete... no... ma purtroppo per voi ho dovuto salvarvi, perchè non era giunto il vostro momento! Era scritto così! E io vi ho salvato! Ma prima o poi tornerò a prendevi, statene sicuro!"
Piano piano, come il resto della casa, la figura comincia a sbiadire, fino a scomparire inghiottita nella foresta.
Ignaro di tutto questo, Lazarus cammina senza metà, vagando nella foresta per un tempo da lui indefinibile.
Ed è quando si sente perduto che arriva alle porte di un regno: Valinor.
Ed è qui, che come una fenice, risorge dalle proprie ceneri, continuando a scrivere la propria storia.....




Nessun commento: